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Italiano

    

25a. ORA- Premio a Minas Gerais

Ho bisogno di un volo lento

e fuoco attento

acresciuto di attenzione.

Ho bisogno di un momento

pieno di vita, senza il sogno impreciso

di questa insodisfazzione.

Voglio morire di verità

di tanto amore

piano, piano...

Non ascoltare l’agonia delle parole

la necessità delle preghiere

niente di luce limitando il travestimento.

Amare, amare

farti confidenze

e ripetere

ripetere mille volte

che sto affamata delle  tue mani

che non mi consola l’attesa.

Ma solo quello che vedo

in questa notte che restitue l’ombra

è la tua assenza

che dentro di me si perde

inventando ali per il mio osceno

disfacendo l’istinto

con tanta sete dell’assoluto.

 

FOIA (II)                                                                 

Immergi con fretta

fino attingermi tutte le angosce.                      

Nel sedimento                                     

nella tenerezza del mio ultimo grido

impregnato in ogni poro

di una arditezza che resta.

Chissà, se io potesse,

vivere tutte le cose

senza sentere colpe per questo...

Non usare della demenza

per poter restare con te.

Chiamami!

Sono la tua parte occulta

la tua stessa parte sinistra

che sente le vibrazioni

dei muscoli esati

del desiderio con aroma di bosco.

Chiamami!

Con la forza del bacio

il dolce degli occhi

ed una febbre solo mia

per audacia e diritto

di darti

infino quello

che non ho mai avuto.

Chiamami

che so a memoria la tua maniera

e quello che resta della tua parola.

Che scorra il mio sangue

e tutti i gesti

di questa carne contratta.

Amarti è ferita

perchè ogni volta che qualcosa brucia

esistono i gesti misurati

cuore in orario

e questo tuo sole ardendo molto

riscaldando eccessivamente la lancia

che mi apre

in tortura lenta.

Insegnami a diventare pazza

piano, piano,

con la grande pazzia

dell’amore impossibile.

E solo questo che voglio adesso

è che tu mi chiami

lascerando la barriera della carne

con lo sguardo complice rubato

e mi cada sopra

per tutti i fianchi

nella parte interna più fonda

che io mi avventuro

e mi lancio con impeto

al tuo contatto profano

con gusto di crudeltà

e splendore

di luce strana.